Il Topolino e' una classica pizzeria-ristorante in pieno centro a Catanzaro. Un locale che e' rimasto nella memoria dei catanzaresi,  nonostante una lunga parentesi di chiusura; lo frequentavano i ragazzi di qualche decennio fa ed ora sono i loro figli ad apprezzare l'accoglienza dei titolari. La pizzeria si sviluppa su tre sale, consentendo alle comitive o in occasione di compleanni o altre ricorrenze, di cenare e festeggiare, senza monopolizzare il locale e/o costringere gli altri clienti a "subire" l'inevitabile innalzamento dei decibel. Il Topolino e' un locale ben gestito, sempre pulito e ordinato; anche il personale si presenta in ordine e ben vestito e assicura un servizio professionale, espletato con gentilezza e premura. La pizza (disponibile anche nella versione senza glutine) e' ottima e anche "l'offerta ristorante" e' di buon livello; perfino il servizio da asporto si rivela veloce e organizzato, a conferma di una proposta complessivamente equilibrata e convincente. Complimenti quindi alla gestione che ha saputo offrire e mantenere nel tempo uno standard eccellente.

Si consiglia l’abito scuro. La Segugia “Cavaliera Golosissima” (attenzione ai nickname che scegliete, potreste essere accusati di “usurpazione di titolo”) ha suggerito ai Cavalieri della Tavola Rotonda di indagare su questo ristorante/macelleria di Catanzaro Lido; e noi accogliamo l’invito. Si tratta di un format già sperimentato da diversi anni nelle principali città d’Europa: affiancare ad un preesistente punto vendita, un punto ristoro dove consumare gli stessi prodotti, declinati in un profluvio di opzioni gastronomiche. Secondo alcuni lo spunto iniziale è stato fornito dalla volontà di replicare il successo delle “Osterie con cucina” e delle tradizionali “Latterie”. Gli imprenditori più audaci e creativi si sono quindi cimentati con macellerie e pescherie, realizzando, di fatto, un format che ha avuto grande riscontro e un numero imprecisato di varianti. Un fioraio ha addirittura trasformato il suo negozio in un luogo charmant dove gustare una poetica, e forse improbabile , “cucina floreale”. A Catanzaro Lido, sicuramente con meno charme, come appare inequivocabilmente dalla stessa insegna (A fettina d’o zzu Tonino), è sorto questo ristorante-macelleria, recensito con onestà e spirito critico dalla nostra amica Segugia. Si entra direttamente nella sala macelleria e da qui il locale si sviluppa su ulteriori due sale, con un’appendice esterna (un grande dehor, adatto per le tavolate estive). La cucina è a vista, così come “trasparente” nel loro essere ruspante sono la gestione, il servizio e la linea di cucina. Il cortocircuito si registra invece con la struttura e l’arredo che sono fuori registro in relazione al tipo di locale; sarebbe stato più coerente un arredo rustico e un ambientazione meno impersonale. I piatti proposti sono invece in linea con la cucina locale, “sanizza e abbondante”, ad un costo veramente basso e con la possibilità di fare un pranzo completo, a mezzogiorno e la sera, sabato escluso, con appena 10 euro. Di fronte a cifre simili, se non si è avvelenati o maltrattati, è difficile fare critiche sensate. E infatti, nonostante la crisi, o proprio per questo, il flusso di clientela è costantemente elevato, a testimoniare che i gestori, quanto meno da un punto di vista imprenditoriale, hanno saputo sintonizzarsi con le richieste del territorio, essendo quello che sono e facendo quello che sanno fare. Questo rapporto, che vede da una parte il territorio e la clientela possibile e dall’altra l’identità e le competenze professionali di chi gestisce è uno dei punti più delicati e trascurati. Troppo spesso i gestori, o gli aspiranti tali, immaginano un “locale ideale”, che magari hanno frequentato in altri luoghi e in differenti contesti, e una clientela anch’essa “immaginaria” e soprattutto fanno affidamento su competenze personali che in realtà non possiedono o sopravvalutano. Con quel che ne consegue. Sicuramente “A fettina d’o Zzu Tonino” non è un luogo curato e raffinato, né la cucina proposta brilla per originalità o qualità eccelsa; ma non è questo che promette il locale e quindi, secondo i Cavalieri viene rispettata la regola aurea che è alla base del loro “antico ordine recensorio”: Le attività, salvo le caratteristiche imprescindibili legate ad igiene e cortesia, vanno giudicate in base al rapporto tra aspettative create dalla gestione e valori realmente percepiti dal cliente. E’ questo punto di equilibrio che ci guida e ci consente di valutare, con la stessa serenità di giudizio, una trattoria periferica e un ristorante pluristellato. E quindi andate con tranquillità da “A fettina d’o Zzu Tonino”, ricordando che è consigliato l’abito scuro (“ca u sucu allorda”).

La Shell, notissima multinazionale petrolifera, ha impiegato diversi decenni e alcune modifiche del logo per raggiungere quella che considerano con orgoglio il punto d’arrivo della comunicazione: la non comunicazione! In realtà si tratta di un risultato particolare che ha portato la multinazionale a rappresentarsi e ad essere riconosciuta, in un contesto mondiale, con la sola presenza del simbolo (la famosa conchiglia gialla su sfondo rosso), senza affiancare ad esso il nome della società. Una scelta, solo in apparenza snob, che lascia intravedere la piena consapevolezza della propria forza e riconoscibilità internazionale; scelta poi applicata da altre multinazionali come la Nike. In un contesto ben più contenuto, nel piccolo quartiere Sala di Catanzaro, c’è chi è andato oltre. L’ osteria “La vecchia posta”, per anni, non ha esposto neanche l’insegna (ora c'è), perché, esattamente come la Shell, non ne ha bisogno. Qui la “comunicazione” è affidata a un noto creativo locale: “u morzeddu”, piatto tipico interclassista della cultura gastronomica catanzarese. Lo staff dell’agenzia è poi arricchito da diversi validi collaboratori, su tutti la coppia fagioli & verdura. Tutto all’insegna della qualità, della freschezza e della semplicità, una formula che da sola basta a condurre qualsiasi luogo dedito alla ristorazione, ma che troppe volte viene disatteso dai titolari dei ristoranti calabresi. Il nome del locale nasce proprio dall’ubicazione precedente nel medesimo numero civico dell’ufficio postale del quartiere e nonostante la sua “riservatezza”, l’aspetto spartano e una posizione facilmente raggiungibile, ma sicuramente non prestigiosa, non siamo noi a scoprirlo e a tesserne le lodi per primi. Bisogna anzi ricordare che questo locale è segnalato, con merito e ininterrottamente da diversi anni, dalle migliori guide nazionali. Il menù è esposto su una lavagnetta appesa al muro e ben visibile a tutti i clienti, e non potrebbe essere altrimenti visto che cambia ogni giorno in base ad una scelta oculata improntata alla freschezza, al territorio, alla qualità; normale quindi trovare i piatti che ogni mamma catanzarese cucinerebbe in casa propria. Il locale è sempre curato e lindo. Valore aggiunto, come sempre in questo genere di locali, la personalità dei gestori: in cucina la signora Teresa, presente anche in sala con gentilezza e rispetto, tra i tavoli il signor Stefano, finto burbero che vi “maltratta” a suo modo per studiarvi e concedervi la sua amicizia solo dopo avervi osservato più volte nel suo locale. La clientela è assolutamente varia, alle 11,30 potreste incontrare degli operai che consumano un popolare morzello e due ore dopo una tavolata di notabili cittadini, qualche coppietta, una comitiva, tutti assolutamente rispettosi e integrati nell’ambiente sereno del locale e pronti a seguire il rituale che ogni gestore impone al suo locale e ai clienti. Assolutamente onesto il conto, anzi approfittatene cari amici di Provincia Golosa perché a nostro avviso in futuro questo tipo di cucina, vista la progressiva diminuzione dei suoi interpreti, sarà la pratica alimentare dei veri ricchi. Nel 2030 chi volete che vi cucini dei legumi freschi ? Potremmo essere travolti da surgelati e prodotti industriali. Meditate e da domani tutti a fare la fila alla Posta, quella vecchia.

Da diversi decenni i catanzaresi che vogliono suggellare un buon affare o trascorrere una serata romantica o semplicemente mangiare del buon pesce fresco in un ambiente gradevole si spostano per tradizione nel litorale tirrenico. Tra i ristoranti preferiti c’è sicuramente il Marechiaro di Gizzeria, ma i molti clienti abituali per consuetudine o per manifestare una certa confidenza, affermano di “andare a cena da Paolo Sauro”. E’ lui infatti il titolare e l’anima di questi locale che si è affermato e consolidato negli anni per la qualità delle materie prime e la lavorazione leggera e sapiente. Il ristorante, al quale è affiancata una struttura alberghiera, è meta di una qualificata clientela, soprattutto d’affari, vista anche la posizione strategica, a pochi chilometri dall’aeroporto di Lamezia Terme. Mentre l’ingresso, sulla strada statale e a ridosso del mare, non è particolarmente accogliente, le sale interne (alcune anche riservate) sono suggestive e curate, come l’arredo e la stessa tavola. L’offerta gastronomica, a base di pesce assolutamente fresco e veramente ben cucinato, conferma il binomio: freschezza delle materie prime – leggerezza della preparazione, che resta una delle regole auree della cucina, soprattutto quella marinara. Il menù è armoniosamente costante, dall’antipasto al dessert, e anche la cantina conferma il buon livello generale. Qualche distonia si nota nel servizio, ma questa è una carenza che purtroppo è trasversale e accomuna molte attività del settore. Il conto non è leggero come la mano dello chef, soprattutto in relazione agli standard locali, ma assolutamente in linea con quanto complessivamente offerto. Anche la capacità di restare, per così tanti anni, saldamente in vetta alle preferenze della clientela, pur in presenza di un mercato poco florido e di un momento non favorevole, conferma che il posizionamento di questa attività è riuscito e il rapporto tra servizio globale e benefici percepiti è congruo.

Per chi ha una certa età e conosce Catanzaro Lido e la sua storia, mangiare da Carmelina, richiama ricordi ancora vivi legati agli anni ‘50. Per questo anni fa è stato ri-aperto questo piccolo ristorante che riporta nell’insegna un carico di ricordi e rituali gastronomici spazzati via da una mareggiata inclemente. Il ristorante, posto in una delle tante traverse che congiungono il lungomare con la principale via di scorrimento, si presenta bene con un arredo sobriamente classico e un ambiente, intimo e curato, che mette subito il cliente a proprio agio. Anche la linea di cucina è classica e tradizionale, con una proposta complessiva non d’avanguardia culinaria, ma estremamente solida e affidabile. Siamo in un ristorante prevalentemente di pesce, ma anche le proposte non marinare possono essere richieste e consumate con assoluta tranquillità, segno che in cucina regna quella padronanza del mestiere tipica di chi ha solide basi, consolidate da una lunga esperienza. Anche il servizio, puntuale e attento, tradisce l’impronta tradizionale che la gestione ha scelto per questo ristorante. Una buona cantina, sufficientemente ricca e assortita, completa l’offerta. Un locale quindi non innovativo, ma affidabile e armonioso in tutte le sue componenti; un approdo sicuro per i “marinai gastronomici” che temono le sirene e prediligono le rotte collaudate.

Nella zona del Porto di Catanzaro Lido, da molti anni, è presente questo ristorante, specializzato in cucina di mare, che sembra aver trovato la formula giusta per attirare e soddisfare la clientela, continuativamente dalla sua apertura ad oggi. Bisogna specificare che si tratta di una gestione familiare di comprovata competenza. La lunga esperienza, unita ad una naturale ed efficace capacità relazionale e ad un buon rapporto con fornitori, staff e clientela, ha sicuramente agevolato la buona riuscita di questa iniziativa. Il ristorante, si è sviluppato partendo da un corpo centrale, una gradevole villetta bianca, il cui giardino è stato prima utilizzato nella bella stagione e, una volta coperto, ha di fatto moltiplicato lo spazio disponibile tutto l'anno. La principale motivazione per scegliere questo locale è l’eccezionale rapporto qualità/prezzo che lo fa preferire ai suoi concorrenti. La gestione ha saputo calibrare l’offerta, limitando forse la scelta, ma al tempo stesso assicurando freschezza e rotazione delle materie prime, pesce su tutto, evitando sprechi e rimanenze, e consolidando così il flusso della clientela. Servizio, con “menù a voce”, sicuramente migliorabile, ma accettabile nel complesso e cantina sufficientemente fornita. Gli spazi sono ben curati e la posizione è eccezionale, dinanzi al porto, nel punto d'accesso alla nuova, ma già consolidata, zona turistica prospiciente la pineta di Giovino. Il locale si presta ad un uso molteplice: colazioni d'affari, pranzi turistici, cene più intime, piccole comitive e cerimonie formali.

Nei pressi del viale d’accesso al comune di Lamezia Terme, ma posizionato nel territorio del comune di Feroleto Antico, da qualche anno spicca la proposta del Casale, un suggestivo ristorante-pizzeria caratterizzato all’interno dalla pietra a vista, che conferisce al locale un’atmosfera calda e accogliente e all’esterno da un ampio parcheggio riservato, un bel giardino mediterraneo e uno spazio utilizzato in estate per la ristorazione e per eventi particolari. La principale peculiarità di questo ristorante consiste nell’essere riuscito a sintetizzare una molteplicità di proposte specifiche, non solo culinarie, in un unico locale. Un luogo dalle diverse anime: rustico e curato insieme; capace di ospitare grandi numeri (oltre 150 coperti) assicurando però un servizio attento alle esigenze dei singoli; attento nella ricerca delle materie prime, ma capace di proporle con accostamenti innovativi o preparazioni coraggiose. Nel menù spiccano degli ottimi antipasti, la pasta fresca artigianale, una notevole varietà di formaggi e anche una pizza veramente gustosa, ma il vero punto forte è l’offerta concentrata sulle carni di alta qualità, cucinata prevalentemente alla griglia. Anche la cantina dispone di una buona selezione di etichette regionali e nazionali, arricchita da una scelta di distillati insolita per la Calabria. Il servizio, forse troppo informale, ma garbato e accogliente conferma la qualità della proposta complessiva, che nel tempo è stata premiata dalla clientela, non solo lametina, che ha decretato il successo di questa iniziativa spingendo il titolare a investire in una struttura “gemella” nella zona marina. Negli anni il locale si è fatto conoscere anche per essere stato location ed epicentro di importanti manifestazioni di cultura e spettacolo, ospitati nelle sale del ristorante, all’esterno o nell'adiacente spazio club. In definitiva una delle realtà, non solo in ambito gastronomico, che grazie alla passione e alla vitalità del titolare, si è saputa ritagliare uno spazio inedito tra tradizione e innovazione, posizionandosi, nel tempo, tra le attività più apprezzate del panorama catanzarese

Difficile immaginare un luogo più centrale di questo per aprire un ristorante a Catanzaro. Siamo in Piazza Rossi (ma per i Catanzaresi Piazza Prefettura), al piano terra del Palazzo della Provincia dove da oltre un lustro si è pensato di trasformare degli anonimi ambienti utilizzati per sporadiche e tristissima esposizioni, in un moderno complesso dotato di un'ampia sala congressi, di un bar e di un ristorante. Il complesso ha preso il nome di Casa delle Culture, ma i Catanzaresi, popolo cinico e beffardo, lo definisce piuttosto "Casa delle Cotture", visto che i banchetti e le consumazioni hanno di gran lungo oscurato le attività culturali. Effettivamente la prima gestione si era imposta e fatta ricordare per la qualità dell'offerta complessiva e aveva sicuramente colmato una carenza cittadina relativa a strutture di ristorazione medio-alta. Dopo una seconda gestione, non disprezzabile, ma condizionata dal progressivo smantellamento dell'Ente Provincia, siamo ora ad una gestione "diretta" da parte degli ex dipendenti. Un drappello di coraggiosi, che vanno sicuramente sostenuti nel loro tentativo di offrire un servizio, mantenendo contestualmente il proprio posto di lavoro. L'ampia sala del ristorante, nonostante un restyling basico, resta elegante ed adatta a pranzi di lavoro. L'offerta di mezzogiorno è eccezionale per il rapporto prezzo qualità e in centro città non vi è un luogo così distinto e signorile per fare un break a prezzi contenuti. In un certo senso la storia e l'attuale proposta del locale rispecchia l'immagine della Città; un luogo borghese che, lasciando intravedere lampi dell'antica eleganza, ha comunque perso gran parte del suo slancio, per adagiarsi in una posizione stagnante e rassegnata e senza una chiara visione del futuro.